👩🦰 Sally Rooney e Niccolò Contessa (I Cani): un solo grado di separazione
La teoria dei sei gradi di separazione in sociologia è l'idea secondo cui ogni persona è collegata ad un'altra attraverso una catena di max 6 snodi. Ma anche il disco del mese e tanta buona musica.
Fact 1. Sally Rooney è la mia crush letteraria degli ultimi 5 anni. Dopo aver incrociato casualmente Parlarne tra Amici nel gruppo di lettura di cui faccio parte, tutti gli altri li ho comprati il giorno stesso in cui sono usciti.
Fact 2. Se è vero che non ci ricordiamo esattamente quello che le persone ci dicono, ma come ci fanno sentire, a me succede qualcosa di molto simile con i romanzi di Rooney: me li ricordo più per come mi fanno sentire i personaggi (e generalmente mi fanno sentire incazzato) che per la trama. Ad esempio fatico a ricostruire il plot di Parlarne tra Amici, Persone Normali e Dove sei Mondo Bello?, ma una cosa posso dirla con certezza: le protagoniste femminili dei tre romanzi hanno un'intelligenza emotiva e una lucidità introspettiva fuori dal comune. I romanzi in questione potrebbero tranquillamente essere una serie con la stessa protagonista dietro la quale si cela, probabilmente, la stessa autrice. Un po' la nostra amica scrittrice geniale irlandese. Una situazione descritta da Niccolò Contessa (I Cani) nel suo ultimo album.
Nеlla parte del mondo in cui sono nato
Quasi tutti i romanzi hanno un protagonista che somiglia all'autorе
E non credo sia un caso
E non credo sia un caso
E non credo sia un caso
E non credo sia un casoNеlla parte del mondo in cui sono nato - I Cani
Ma le cose cambiano radicalmente con Intermezzo, l’ultimo romanzo di Rooney. I protagonisti di Intermezzo sono due fratelli maschi con diversi anni di differenza fra di loro: lo Screenager Ivan, genietto degli scacchi (da qui il titolo), e il Millennial Peter, avvocato principe del foro. Se lo scontro/incontro fra generazioni è uno dei temi tipici di Rooney, cimentarsi con due protagonisti maschili è una sfida inedita, senza contare che i due stanno attraversano il lutto per la scomparsa del padre. La scomparsa della figura paterna toglie qualsiasi certezza ai due, soprattutto a Peter che, pagina dopo pagina, si conquista i galloni di portabandiera olimpico dello smarrimento esistenziale della Generazione Y.
Le vite dei due si intrecciano a doppia mandata con 3 figure femminili che, un po' come nella favola di Dickens, mi appaiono come lo spirito di Rooney del passato, del presente e del futuro. Si tratta della brillante Sylvia (coetanea di Peter), dell'imprevedibile e magnetica Naomi (Gen. Alpha) e dell'accogliente Margaret (Millennial anche lei). Se i conti non ti tornano è perché il romanzo affronta anche il tema della poligamia amorosa, con un finale shakespeariano drammatico e divertente allo stesso tempo.
Anche questa volta di musicale non c’è granché, se non il fatto che per l’editoria Sally Rooney è orami una rock star.
Light For The Midnight dei Cold Specks è il disco del mese
Cold Specks è il progetto musicale della cantautrice e produttrice canadese Al Spx, di base a Londra già da qualche anno.
Il ventaglio stilistico di Spx, che lei stessa definisce “doom soul”, è un mix di folk, blues, soul gotico e gospel; il tutto appoggiato su basi di elettronica calda, con escursioni nel post-rock e nella no wave. A tenere tutto unito ci pensa una vocalità in grado di mettere d’accordo ascoltatori e critica.
Light for the Midnight è il quarto album in studio di Cold Specks, è stato registrato tra Toronto e Bristol e pubblicato dalla Mute Records. Il disco arriva al termine di un lungo percorso terapeutico e “deve” i natali alle recenti difficoltà attraversate dalla sua autrice: "Volevo sicuramente riflettere sugli ultimi due anni perché mi hanno colpito profondamente, ma volevo anche che il pubblico lo facesse suo. Sai, le canzoni appartengono a loro una volta pubblicate.”
Come una luce al termine di una notte buia Light for the Midnight è ricco di speranza, affronta i temi della resistenza e del cambiamento, riesce a essere potente ed esaltante senza alzare la voce, attraverso ballate e brani pop d’atmosfera che portano sui solchi l’anima soul di Spx.
Se stai cercando un best kept secret capace di confortarti come “una luce a mezzanotte” l’hai trovato!
🛒 Puoi comprare questo disco sul Bandcamp dei Cold Specks.
Noble and Godlike in Ruin dei Deerhoof
Generalmente i gruppi troppo prolifici finiscono per annoiarmi, perché tendono a reiterare la stessa formula ripetutamente. Lo chiamo "effetto serie TV": perché fare una serie di 4 stagioni, quando se fosse stato un film sarebbe stato un capolavoro? Ovviamente i motivi sono tutti commerciali e la mia domanda è retorica.
In questo quadro non rientrano minimamente i Deerhoof. Il gruppo di San Francisco, attivo dalla metà dei 90 e guidato dalla carismatica vocalist e multistrumentista Satomi Matsuzaki, non solo ha un'attività frenetica tipica delle giovani band che vogliono mordere il palco, ma ha una vena creativa che sembra non esaurirsi mai, pur mantenendo sempre un forte impronta identitaria.
Noble and Godlike in Ruin arriva a distanza di 24 mesi dal precedente Miracle-level, già "Disco del Mese" su Indie Riviera a marzo 2023, e sono 33 minuti di musica inedita, ancora una volta sotto l'egida della Joyful Noise Recordings.
Noble and Godlike in Ruin è un album energico e muscoloso, con chitarre nervose, riff hard-rock, ritmi math-qualsiasicosa, percussioni e fiati free-jazz e richiami al J-pop, tutto assemblato come un patchwork, così come la copertina unisce i volti dei membri della band in un’unica mostruosa figura.
🛒 Puoi comprare questo disco sul sito ufficiale dei Deerhoof.
Take Me Out to a Bar/What Am I, Gatsby? di Sarah Mary Chadwick
Degli attori spesso si dice che quelli capaci di far ridere possono anche interpretare grandi ruoli drammatici, ma raramente avviene il contrario. È a questo luogo comune che penso quando ascolto Sarah Mary Chadwick, ex cantante punk (leader dei Batrider) che attualmente scrive e interpreta strazianti brani per voce e pianoforte.
Originaria della Nuova Zelanda, Chadwick ha formato i Batrider a Wellington nei primi Duemila, rimanendo nel tempo l’unica costante in una line-up in continuo mutamento. L’epilogo della band è arrivato quando Chadwick ha iniziato a concentrarsi su una scrittura sempre più intima e personale.
Nel 2020 ha pubblicato Me and Ennui Are Friends, Baby, riducendo gli arrangiamenti all’essenziale: voce e pianoforte. Il successivo Messages to God ha segnato il debutto con la Kill Rock Stars Records — un’etichetta che, per quanto mi riguarda, è sempre una garanzia — fino ad arrivare a questo Take Me Out to a Bar / What Am I, Gatsby?
Take Me Out to a Bar / What Am I, Gatsby? segue il canovaccio dei due dischi precedenti (voce, piano ed elettronica), ma è stato registrato con microfoni a contatto che restituiscono un suono più vivido, la voce di Sarah è a tratti rotta, tremante (Never Leant Upon a Bar) e a volte volutamente stonata.
I temi del self care e dell’amare se stessi attraversano tutto il disco come unica soluzione per la sopravvivenza.
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Forever Howlong dei Black Country, New Road
Perché tutto resti com'è tutto deve cambiare, devono aver pensato i Black Country, New Road quando Isaac Wood è uscito dal gruppo (dì la verità, due citazioni letterarie nella prima frase non te le aspettavi eh!?!)
I Black Country, New Road, poliedrico gruppo post-punk di Brixton, hanno debuttato nel 2021 con For the First Time (candidato al Mercury Prize), per poi bissare in rapida successione con Ants from Up There nel 2022. A febbraio dello stesso anno, cinque giorni prima dell’uscita del disco, il frontman Isaac Wood annunciò il suo addio alla band.
Senza Wood, ma con Hyde, Kershaw ed Evans a dividersi la titolarità del microfono, la band ha scritto nuovi brani che riflettessero meglio l’attuale line-up. Sotto la guida del produttore James Ford, questo Forever Howlong edito dalla Ninja Tune, alterna chamber pop sinfonico e slanci più ritmati in grado di passare da un ipotetico musical di Broadway (In Socks) ad atmosfere auliche che ricordano Joanna Newsom (For the Old Country).
I Black Country, New Road non sono più quelli di Isaac Wood, ma questo non li rende meno interessanti, anzi…
🛒 Puoi comprare questo disco sul sito ufficiale dei Black Country, New Road.
Send a Prayer My Way di Julien Baker e Torres
Se è vero che da due punti passa una sola retta, unendo sulla carta degli Stati Uniti le vite di Julien Baker (cantante e chitarrista già con i sorprendenti Boygenius e originaria del Tennessee) e di Torres (la cantante e autrice Mackenzie Scott, nata in Georgia ma trasferitasi all’università del Tennessee), non si può che arrivare a Nashville!
Send a Prayer My Way (Merge Records) nasce una sera del 2016, quando le due, alla porta sul retro della Lincoln Hall di Chicago dove si erano da poco esibite, si sono dette: “Dovremmo fare un album country.”
Parliamo di un disco di ispirazione country in cui di contemporaneo c'è davvero poco e di innovativo addirittura nulla, le due si muovono con rispetto all'interno di stilemi country da manuale: arrangiamenti essenziali, chitarre, tastiere, violini, banjo e, ça va sans dire, la pedal steel guitar. Ma c’è un però, un grosso però.
Se stilisticamente il disco si muove fra il pop-country e l'alt-country le tematiche sono legate alla cultura Queer e LGBTQ+. L’atto rivoluzionario ed emozionante è proprio questo: far proprio il genere più conservatore (in questo momento storico poi!) e con quella grammatica costruirci l’album Queer del 2025. Chapeau!
🛒 Puoi comprare questo disco sul sito ufficiale di Julien Baker e Torres.
Post mortem de I Cani
In mezzo ad un teatrino fatto di nani, ballerine e canzoni e di stupide galline che si azzuffano per niente (oggi Battiato scriverebbe "dissano") per un paio di visualizzazioni in più, Niccolò Contessa ha scelto il silenzio assoluto per 9 anni. Non un singolo, nessuna ospitata a Belve, nessuna stories contro Fedez… 9 anni di silenzio che valgono come un master all'università di Nanni Moretti ("Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?")
Poi d’improvviso, il mese scorso, senza lanci, promozioni o comunicati stampa, a nove 9 di distanza dal precedente Aurora, I Cani se ne escono con un nuovo album.
Post Mortem è un disco molto diverso dai precedenti, più vicino alla musica elettronica italiana dei 90 (penso ai Subsonica) o a certo lo-fi americano dello stesso decennio (Beck), tutta la strumentazione fa grande affidamento su bassi, percussioni e synth dalle tinte scure.
La scrittura di Niccolò sì è affinata e asciugata, ridotta all'essenziale, proprietà tipica della poesi, confermando Contessa come una delle penne più introspettive, spietatamente sincere (soprattutto con se stesso) e argute in circolazione. Anche la produzione, affidata a Andrea Suriani, è essenziale e funzionale alla scrittura dell’autore.
A dispetto del titolo c'è molta più vita di quanto potresti pensare.
🛒 Puoi comprare questo disco sul sito ufficiale de I Cani.
Per approfondire
🧢 Billboard spiega come le nuove tariffe proposte da Trump sull’import cinese rischiano di colpire anche l’industria musicale: materiali, attrezzature, strumenti e componentistica potrebbero diventare più costosi.
😷 “Registrazioni eseguite in ‘studi’ improvvisati tra le mura di casa, con le strumentazioni e le attrezzature che erano a disposizione, cercando di massimizzare la loro efficacia. Dall’altra c’è il covidcore concettuale: musica che, a prescindere da come è stata realizzata, riflette lo stato di isolamento di chi l’ha incisa.” Queste parole ci ricordano tanta musica uscita in quei giorni là e negli anni successivi, ma
ha fatto qualcosa di più: gli ha dato un nome, è il Covidcore!🎟️ Il mese scorso Music Fans’ Voice ha pubblicato i risultati di un sondaggio somministrato ad un campione di oltre 8.000 persone inglesi, sui temi legati alla musica dal vivo. Il dato più netto è il legame emotivo e culturale tra pubblico britannico e concerti: il 99% degli intervistati considera i concerti una componente fondamentale della cultura nazionale, mentre il 95% ne riconosce l’importanza per la reputazione del proprio paese. L’indagine fotografa anche un malcontento crescente legato al sistema di ticketing: solo l’11% degli intervistati ha compreso le logiche speculative dei prezzi attuate attraverso il cosiddetto dynamic pricing.
My job here is done
Alla prossima!
(Hai notato che non scrivo mai “A presto”?)