🎤 Musica dal vivo, un lusso per pochi
Dove si scopre che i concerti sono diventati un lusso per pochi. Ma anche di Stephen King, Vinili, Rami Be'er, Deerhoof, Caroline Polachek, Fantastic Negrito...
Ciao, sono Francesco, forse ti ricorderai di me per Indie For Bunnies di cui sono stato co-fondatore, o per qualche mio pezzo pubblicato sulla rivista musicale Losing Today, o forse per la mia capacità innata di fare gaffe con le mamme degli amici dei miei figli: "Salve, lei dev'essere la nonna di Pietro!"; o per altri Super Poteri di Merda™ come questo (seguimi per altre entusiasmanti avventure).
Se invece è la prima volta: sei su Indie Riviera la newsletter che una volta era un blog ("Una volta qui era tutta blogosfera") e oggi è il posto su cui scrivo di musica, libri, showbiz e qualche volta fumetti. Tutto questo a cadenza assolutamente irregolare (Dio e quasi 500 iscritti mi sono testimoni).
Stephen King e il “Lettore Ideale”
Di recente ho letto On Writing di Stephen King.
Confesso: ho passato 30 anni della mia vita senza aver mai letto un solo libro di King e poi all’improvviso così, de botto, senza senso, dal 2013 ne leggo almeno 2 all'anno. Devo dire che non tutte le ciambelle di King riescono col buco (ne ho lasciati persino 2 a metà, sacrilegio!); ma se hai bisogno di passare qualche ora, o qualche giorno, o una settimana, mese, anno, la vita intera… nel Maine o in un Hotel infestato dai fantasimi o nelle fogne di Derry o comunque lontano da dove sei ora, ecco, King è quasi sempre una garanzia.
On Wrting mi è piaciuto anche per un altro motivo: è un'autobiografia artistica; ovvero appartiene a quella rara categoria di libri in cui gli artisti parlano del proprio processo creativo. Sono decisamente un voyeur della creatività.
Non starò a raccontarti di cosa parla il libro, puoi googlare o immaginarlo da te (il sottotitolo è “Autobiografia di un mestiere”!) , ma una cosa mi ha colpito più di tutto il resto: la parte sul Lettore Ideale.
Di cosa si tratta? Te lo spiego in rapporto a me. Quando scrivo, che si tratti di questa newsletter o di un libro (dal 2019 ad oggi ho pubblicato due manuali di marketing), lo faccio sempre pensando che mi leggeranno alcune persone specifiche, a quali saranno le loro reazioni e se troveranno interessante quello che sto scrivendo. Credevo fosse una cosa da nulla, una concomitanza particolare, una cosa solo mia. Invece King ne parla diffusamente e, a quanto pare, chiunque scriva qualcosa ha un Lettore Ideale in testa a cui riferirsi.
Il lettore ideale non è un'ipotesi di persona, è proprio una persona reale in carne ed ossa, con un nome, un cognome e un indirizzo email a cui spedire l'anteprima di quello che stai scrivendo.
Ti capita mai di scrivere pensando a una specifica persona che ti leggerà? Hai anche tu un Lettore o Lettrice Ideale?
L'angolo del collezionista (non è un titolo di Carrisi)
Il mese scorso, in una delle mie frequenti incursioni ai mercatini di vinili, ho acquistato Hot Space dei Queen in una prima edizione italiana del 1982 (lo so che non è indie, gne gne gne!). Diciamolo subito: si tratta di quello che è unanimemente riconosciuto da pubblico e critica come il peggior album dei Queen. L’unica hit che viene usualmente menzionata è Under Pressure, il brano inciso con Bowie, ed è praticamente messa lì senza alcuna coesione artistica con le altre tracce.
Tuttavia parliamo di un album particolarmente significativo. Si tratta dell'ingresso dei Queen nel nuovo decennio, nel quale il gruppo si vuole calare anche stilisticamente, lasciandosi il rock dei ‘70 alle spalle e continuando a “giocare” con i sintetizzatori, come era avvenuto di recente in The Game e Another One Bites The Dust.
Le sonorità di Hot Space sono decisamente pop, le chitarre pochissime, Mercury, vincendo la resistenza degli altri membri del gruppo, ottenne che un intero lato del disco fosse dedicato alla dance music. Uscirono così pezzi come Back Chat, Staying Power e Body Language.
I fan reagirono con freddezza mista a disappunto. Fra di loro è l'inizio di una crisi che culminerà dopo l’uscita del successivo The Works, con un periodo di pausa nel quale i 4 Queen si dedicheranno a progetti solisti.
Come se non bastasse Freddie arriva alla presentazione di Hot Space con il nuovo look "Castro Clone": capelli corti e baffi, un ulteriore motivo di sgomento da parte dei fan storici.
Eppure si tratta di un disco spartiacque, che non solo segna l'ingresso dei Queen negli '80, ma manifesta la loro attitudine a sperimentare e giocare con i generi, evolvendo come si evolve il gusto musicale: “how music changes through the years” (come canteranno 2 anni dopo in Radio Gaga) ed evitando il rischio di diventare la caricatura di se stessi, come stava accadendo a certi “dinosauri del rock”.
Grande acquisto.
A teatro
A inizio marzo ho avuto il piacere di assistere allo spettacolo Asylum di Rami Be'er, presso il teatro Dante Alighieri di Ravenna. Rami Be'er è il coreografo e direttore artistico di Kibbutz Contemporary Dance Company, la compagnia di danza contemporanea israeliana fondata nel 1973 da Yehudit Arnon, sopravvissuta ad Auschwitz, che ancora oggi ha la sua sede in un kibbutz sulle colline della Galilea.
Sono restato impressionato dall'impeccabile tecnica della compagnia, che porta in scena una precisione stilistica simile alla classica, con una travolgente energia tipica dell’espressività contemporanea. Il tutto su brani strumentali di Ólafur Arnalds, Bon Iver, Ludovico Einaudi e Teho Teardo.
Lo spettacolo ha l’obiettivo di approfondire la realtà dei richiedenti asilo, soffermandosi sui concetti di identità, estraneità e senso di appartenenza; con una doppia lettura, sia concreta e didascalica ma anche intima e spirituale, del resto anche l’anima può chiedere asilo (per esempio in un libro di Stephen King).
Non so quante altre città toccheranno o se è disponibile qualche video online, ma vale assolutamente la pena fare una ricerca. Meraviglioso!
Concerto, mi costi, ma quanto mi costi?
Negli ultimi anni i musicisti hanno visto diminuire sempre di più i loro margini, lasciamo perdere la questione se Spotify sia parte del problema o parte della soluzione (forse potrai immaginare cosa penso), ma si parla di 70 euro ogni mille ascolti!
I concerti sono diventati l'unica vera fonte di guadagno per artisti che hanno visto diminuire le loro entrate per la vendita degli album. Anche per questo i costi dei biglietti sono lievitati. Come un cane che si morde la coda, la crescente domanda spinge le case discografiche e le agenzie di booking ad aumentare i prezzi.
Ad esempio negli Stati Uniti, Ticketmaster e Live Nation, rispettivamente società di vendita di biglietti e di organizzazione di concerti, si sono fuse dando vita a un sostanziale monopolio che ha messo fuori gioco le attività indipendenti, prima essenziali per la competizione interna. Adesso tutto passa dalle loro elevate condizioni. Non contenti di recente hanno anche brevettato un sistema di revenue che, come Booking per gli hotel, attua un prezzo volatile calcolato in base alla domanda e all'offerta, spesso ne escono dei prezzi inaccettabili.
Ne ha scritto Esquire qui.
Il problema non è solo il prezzo, ma anche riuscire ad acquistare un biglietto online. Soprattutto per i tour internazionali più attesi è difficilissimo portare a casa un ticket sui siti di ticketing online. In questo post Pitchfork suggerisce 6 soluzioni per risolvere i problemi del sistema di vendita dei biglietti. Le soluzioni proposte includono una maggiore trasparenza nei prezzi dei biglietti, una limitazione delle tariffe dei rivenditori terzi, l'utilizzo di tecnologie per prevenire l'acquisto di biglietti da parte di bot e una maggiore attenzione alle esigenze dei fan con disabilità.
La situazione in Italia è resa ancora più complessa dalle infrastrutture, molti musicisti ci ignorano direttamente e chi si arrischia (di solito i più famosi, che hanno un certo pubblico garantito) lo fa per una sola data, quasi sempre a Milano per comodità e infrastrutture. L'Italia è considerata fuorimano e troppo costosa per i grandi eventi che trasportano gli allestimenti su camion, più facile fermarsi in Francia, in Svizzera o al limite nel nord Italia.
Ascolti
Non è stato un Marzo esaltate per ciò che riguarda le nuove uscite, IMHO.
Fa eccezione Miracle-level dei Deerhoof, un album che riporta alla mente le origini della band, ma con una sostanziale novità: tutti i brani sono cantati in giapponese, lingua madre della cantante e bassista Satomi Matsuzaki.
Si tratta di un disco audace (anche nelle tematiche legate all'attualità) che esplora diverse sfaccettature dell'indie-rock, spesso anche all'interno di uno stesso brano: chitarre distorte, aperture psichedeliche, accenni shoegaze, acid pop e vocalizzi ossessivi.
Per quanto mi riguarda è sicuramente il disco più vivace ed interessante di questo mese.
Per i fedelissimi segnalo anche le nuove uscite di Neutral Milk Hotel e New Pornographers, ma devo dire che le ho trovate decisamente fiacche e deludenti per le aspettative che avevo. Salterei.
Assolutamente da segnalare una nuova uscita di Fantastic Negrito (vincitore nel 2020 di un Grammy Award per il miglior album blues contemporaneo). Si tratta di Grandfather Courage, versione acustica dell’acclamato White Jesus Black Problems del 2022, che il cantautore attivista Xavier Amin Dphrepaulezz (questo il suo vero nome) sta portando in tour nei teatri.
Se non lo conoscete, recuperate quanto prima, magari proprio a partire da White Jesus Black Problems.
Una sorpresa (di prospettiva?) sono i The Tubs, che strizzano decisamente l’occhio (a volte entrambi gli occhi) a Smiths, Maximo Park e Felt.
Niente di rivoluzionario, anzi parliamo di un sound piuttosto derivativo che mette assieme post-punk nostalgico e riff college rock; ma forse proprio per questo il loro debutto Dead Meat è così divertente per i nostalgici di certo twee pop anni ‘80.
Nel frattempo quasi tutti sono impazziti per Caroline Polachek e forse hanno ragione. Caroline è una "vecchia" conoscenza della scena indie pop, prima con i Chairlift, di cui è stata fondatrice, e poi sotto gli pseudonimi di Ramona Lisa e CEP. Nel 2019 debutta finalmente come solista con il suo vero nome e questo Desire, I Want to Turn into You è il suo terzo album in studio.
Polachek è sicuramente ascoltatrice colta, lo dimostra un disco synth pop multicolore, variopinto e floreale, ma terribilmente difficile da inquadrare, che travalica categorie e spazia letteralmente fra pop mainstream ed avanguardia.
Disco folle o coraggioso? Lo dirà il tempo, per ora è "semplicemente" qualcosa fresco e contemporaneo.
Per approfondire
È in corso una causa legale tra la Fondazione Andy Warhol e il patrimonio di Prince riguardo all'utilizzo di un'immagine del cantante deceduto in una serie di opere d'arte realizzate da Warhol prima della sua morte.
Spotify ha lanciato una nuova funzione chiamata "Video Feed", che consente agli utenti di visualizzare video degli artisti, di breve durata, all'interno dell'app. La funzione è simile alla modalità "For You" di TikTok.
Paul Vogel, CFO di Spotify, ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardo alle attuali sfide che l'azienda sta affrontando: fare di più per aumentare i ricavi pubblicitari, maggiore enfasi sulla produzione di podcast esclusivi, riduzioni di personale in alcune aree non specificate dell'azienda.
My job here is done
Alla prossima!
(Hai notato che non scrivo mai “A presto”?)