🥇 I migliori dischi del 2023
Il consueto e praticamente inutile (ma forse è per questo che ci piace assai) rituale della classifica dei migliori dischi usciti quest'anno secondo il sottoscritto
Note preliminari sparse.
Non amo le classifiche di fine anno, eppure eccomi qui ancora una volta.
Fra le poche cose utili di questo tipo di letteratur…hahaha, scusa è più forte di me, c’è che ti “costringe” ad una retrospettiva di quello che ti è effettivamente piaciuto durante l’anno e ci sono sempre delle sorprese. Mi riferisco a quei dischi che lì per lì 🤔 ma poi 🤩 Anche quest’anno un paio di casi.
#10 Get Up Sequences Part One dei The Go! Team
Il sound guitar hip-hop dei The Go! Team è inconfondibile sin dal loro esordio nel 2004, la cosa incredibible è che funzioni ancora perfettamente quasi vent'anni dopo. In questo senso Get Up Sequences Part One (2022) e questo Get Up Sequences Part Two sono una ripresa fresca e aggiornata delle loro origini. Per me divertentissimi e imprescindibili anche in questo 2023.
#9 Isn't It Now degli Animal Collective
Isn't It Now è il dodicesimo album in studio del collettivo animalesco di Baltimora e appare in tutto e per tutto una naturale prosecuzione del precedente Time Skiffs, che a sua volta era una netta ripresa del sound degli esordi. Con i suoi 64 minuti di durata spalamati su nove tracce, Isn't It Now è il più lungo album in studio degli Animal Collective, in cui troviamo il consueto equilibrio tra orecchiabilità pop e sperimentazione.
#8 Multitudes di Feist
Aprile è stato il mese del ritorno (l’ennesimo) di Feist con Multitudes.
Multitudes conta di 12 pezzi frutto di una serie di spettacoli dal vivo (chiamati anch'essi Multitudes) eseguiti fra il 2021 e il 2022. Si tratta di una dozzina di brani dal piglio intimo (è stato registrato in uno studio casalingo costruito su misura nel nord della California) e dalle tematiche personali che raccontano eventi importanti della sua vita, come l'adozione di un bambino, la morte del padre e, ca va sans dir, la pandemia. Da meditazione.
#7 Cousin dei Wilco
Ma il 2023 ha fatto anche cose buone. Cousin dei Wilco ricorda da vicino l’indimenticato e indimenticabile Yankee Hotel Foxtrot del 2002: robuste ed eleganti melodie, nuvole di rumore leggere come panna montata, per toccare l’apice dell’alt. country e dell’indie folk statunitensi.
Che il dio del rock ci preservi Jeff Tweedy & Co. ancora a lungo.
#6 Crazymad, For Me di CMAT
CMAT (abbreviazione di Ciara Mary-Alice Thompson) è una cantante e autrice pop folk irlandese contemporanea (nell'accezione artistica del termine) e tutt’altro che convenzionale.
Il suo esordio If My Wife New I'd Be Dead ha vinto il Choice Music Prize irlandese e questo secondo Crazymad, For Me, pubblicato nell'ottobre 2023 pare destinato a renderla famosa anche al di fuori delle acque nazionali. Da tenere d’occhio.
#5 I’Am Not There Anymore dei Clientele
I Clientele sono il foliage della musica indie: autunnali, crepuscolari, malinconici e così suburbani. I’Am Not There Anymore sembra essere l’album della maturità, capace di mixare elementi sperimentali anche elettronici e la bellezza consueta del sound indie-pop tipico dei Clientele. I brani invece affrontano principalmente il tema della perdita: Alasdair MacLean di recente è stato profondamente segnato dalla scomparsa della madre.
#4 This Stupid World degli Yo La Tengo
Non mi aveva “convinto al ciao”, ma mi ha preso sempre più ascolto dopo ascolto. Gli Yo La Tengo nel 2023 tornano con un disco registrato in presa diretta (non è la prima volta), alla band di Hoboken piace andare dritti al punto. Questo volta però contrariamente alle ultime uscite si sono occupati direttamente del missaggio, ne risulta un disco indie rock sferragliante, diretto sì ma molto focalizzato, in linea con la loro produzione degli ultimi 15 anni.
#3 The Comeback Kid di Marnie Stern
Immagina un math rock un po' sghembo, una jam session fra Pete Townshend alla chitarra, Satomi Matsuzaki (Deerhoof) alla voce e alla batteria Kid Millions degli Oneida (questo non devi immaginarlo, perché alle percussioni di The Comeback Kid c’è davvero il batterista degli Oneida).
Ok, smetti di immaginare e ascolta questa autentica sorpresa del 2023!
#2 everything is alive degli Slowdive
everything is alive alterna momenti di fredda elettronica con calde esplosioni di chitarre e suoni dreamy pop. Loop elettronici circolari all’interno dei quali sono nascoste e incastonate le voci oniriche della band.
Non mancano passaggi folk e post rock, a dimostrare che gli Slowdive non vogliono essere una grande band shoegaze, ma una grande band, punto.
#1 The Ballad of Darren dei Blur
Avere successo è difficile, ripetersi è qualcosa di incredibile, continuare a farlo 32 anni dopo la prima volta è qualcosa di mostruoso. Mostruoso, dal latino monsturm, prodigio, contro natura: appunto. Mi perdoneranno i bulimici delle "next big things", ma non sempre quello che deve venire è meglio di quello che abbiamo già!
Per me il gradino più alto del podio per il 2023 è tutto di The Ballad of Darren dei Blur.
E la tua classifica?
Questi contenuti che arrivano ogni mese nella tua inbox hanno anche un loro spazio nel web: qui. Se ti va puoi scrivere un commento con i tuoi dischi preferiti del 2023, sarei davvero molto curioso.
My job here is done
Alla prossima!
(Hai notato che non scrivo mai “A presto”?)