π©βπ€ Gender gap e sessismo nella musica, un'intervista a Federica Pezzoni
Indie Riviera ha il piacere di ospitare un'intervista a Federica Pezzoni, esperta e divulgatrice dei temi del gender gap nel mondo della musica e autrice del libro "musicarpia"
Indie Riviera ha il piacere di ospitare un'intervista a Federica Pezzoni, laureata in canto pop e insegnante di musica, esperta e divulgatrice dei temi del gender gap e del sessismo nel mondo della musica, attraverso il suo canale podcast Si cambia musica e il suo libro di recente uscita musicarpia - guida femminista per una musica sovversiva e collettiva.
Ciao Federica, benvenuta e grazie per essere qui con me e i lettori e le lettrici di Indie Riviera. Sei l'autrice del primo libro italiano (e se ne esiste uno in altre lingue io non lo conosco) sul tema del gender gap nella musica. Come nasce questa idea?
Ciao Francesco, grazie a te e a Indie Riviera per questa chiacchierata. L'idea di musicarpia - guida femminista per una musica sovversiva e collettiva, edito dalla casa editrice Le Plurali, nasce da un mio interesse personale e dalla mancanza di un libro di questo genere. Ho iniziato a interessarmi di gender gap e femminismo in questo settore quando studiavo canto all'accademia di musica. In quel momento ho iniziato a notare le prime βanomalieβ e disparitΓ , ad esempio il fatto che tutte le ragazze studiassero solo canto, mentre i musicisti, i tecnici, i produttori, chi seguiva la scrittura e chi si occupava di critica, erano tutti maschi. Da quel momento in poi ho voluto approfondire questi temi.
All'inizio Γ¨ stato un sorta di osservazione e di presa di consapevolezza, ma da quel momento in poi la tematica mi ha appassionato sempre di piΓΉ, mi sono resa conto che c'era effettivamente un vuoto e ho iniziato a indagare anche nel mainstream per vedere che cosa stava succedendo a livello nazionale e all'estero. Da questa mia indagine Γ¨ nata musicarpia.
Qualche anno fa ho partecipato ad uno speech di
e il suo intervento era al femminile sovraesteso, all'inizio mi sono guardato intorno e mi sono detto: "Oddio Γ¨ per sole donne, sono nel posto sbagliato"; poi quando ho visto che c'erano anche altri uomini mi sono arrabbiato e ho pensato: "Hey, ci siamo anche noi, perchΓ© ci stai ignorando?". Alla fine ho capito che era un modo per dimostrare come il linguaggio puΓ² far sentire escluse le persone.Il tuo libro utilizza il femminile sovraesteso, ci spieghi questa scelta?
Γ stata una scelta condivisa tra me e la casa editrice, che giΓ in passato aveva pubblicato dei libri utilizzando o il femminile sovrasteso o comunque cercando degli escamotage per parlare a tutti e a tutte in modo non discriminatorio.
Io avevo proprio voglia di cimentarmi in questo tipo di scrittura, perchΓ© Γ¨ un esercizio al quale non siamo abituati e abituate e lo trovavo stimolante. Poi volevo mettere di fronte all'evidenza che lβinclusivitΓ passa anche attraverso il linguaggio, facendo provare al pubblico maschile quello che hai raccontato tu nel tuo aneddoto. Tanti uomini che hanno letto il libro mi hanno confermato che l'uso del femminile sovrasteso li ha colpiti. Volevo ribaltare la sensazione e far capire in modo empirico come noi donne siamo state abituate a sentirci un genere di serie B. Anche a scuola, magari eravamo venti femmine e c'era un maschio solo, ma si usava comunque il maschile!
Volevo far riflettere su come ci sono delle cose che sembrano normali, ma non lo sono, sono diventate accettabili solo per abitudine. Fra l'altro su questo punto si fa prestissimo a passare al benaltrismo e dire: "Ci sono tante cose piΓΉ importanti". PerΓ² non Γ¨ che una cosa escluda l'altra, si puΓ² portare avanti la battaglia dellβinclusivitΓ in piΓΉ modi, non Γ¨ che se curiamo il linguaggio nel frattempo trascuriamo altre cose.
Una delle tante cose che mi ha colpito del libro Γ¨ che tu non fai solo consapevolezza, non racconti solo il gap dal punto di vista dei numeri, ma fai anche attivismo, in questi anni hai messo in piedi tante iniziative concrete per fare femminismo in questo settore, quali sono le iniziative attive in questo momento?
SΓ¬, quello che cerco di tenere Γ¨ un approccio multidisciplinare. Sto cercando di portare avanti piΓΉ cose, a partire dal mio podcast Si Cambia Musica che Γ¨ un modo per continuare a parlare della tematica. Fra le attivitΓ che ho avviato c'Γ¨ La Cantautrice che Γ¨ un collettivo di artiste e addette ai lavori del mondo della musica con cui cerchiamo di fare luce sulle problematiche di genere all'interno del mondo della musica. Abbiamo un occhio di riguardo per le cantautrici perchΓ© si pensa che le donne cantino e basta, quando in realtΓ tantissime sono anche autrici dei testi, delle musiche e quindi cerchiamo di dare rilevanza a questo merito. Parallelamente ho fondato il gruppo di autocoscienza musicale che si tiene aggiornato attraverso una chat whatsapp; negli anni lβho visto crescere, si sono aggiunte artiste e cantautrici emergenti che avevano voglia e necessitΓ di uno spazio sicuro per confrontarsi e sentirsi meno sole.
Adesso siamo oltre 120 cantautrici e altre figure da tutta Italia. Fare rete Γ¨ una cosa veramente utile perchΓ© c'Γ¨ sempre la sensazione di essere isolate, soprattutto nell'ambiente musicale in cui spesso ti ritrovi ad essere l'unica donna nella stanza con dei musicisti, producer, team e management tutto maschile. Serviva proprio una rete tra colleghe per conoscersi e riconoscersi nel lavoro delle altre. Poi qualsiasi idea mi venga o venga alle persone a me vicino per migliorare questa condizione sono sempre propensa a svilupparla.
Nel tuo libro spieghi che mancan dei "modelli" e quindi finisce che se Γ¨ "normale" vedere un producer uomo (sono l'86%), una producer donna invece Γ¨ lβeccezione e si sente obbligata a dover dare prova di competenze sopra la media. Un po' come quando a Sanremo hanno chiesto a Big Mama a chi si ispirasse e lei ha risposto che non c'era mai stata nessuna come lei sul palco di Sanremo e anche volendo non si sarebbe potuta ispirare a nessuna. Essere unici e uniche e sentirsi amati per questo, dovrebbe essere la normalitΓ , eppure non lo Γ¨. Big Mama Γ¨ riuscita ad "arrivare" senza modelli a cui riferirsi, ma quanto le Γ¨ costato in piΓΉ?
La rappresentazione è importantissima, si è notato che quando manca la rappresentazione manca anche il desiderio di raggiungere determinati ruoli. Perché ci sono così tante bambine che desiderano fare la cantante? Perché in accademia volevamo fare tutte il corso di canto? à semplicemente perché abbiamo sempre visto la figura della cantante, mai quella della musicista, ad esempio, o quella della producer. Dopo il successo dei Maneskin a Sanremo sono aumentate le iscrizioni al corso di basso da parte delle donne: se non vedi nessuna uguale a te, fai fatica anche a desiderare di diventare quella cosa lì.
Poi, come se non bastasse quando si riesce ad accedere ad ambiti piΓΉ tecnici, che sono sempre stati in mano agli uomini, Γ¨ difficile per noi farci prendere sul serio e questo riguarda praticamente tutti gli ambiti allβinfuori del canto. Nel mondo della musica il ruolo principale riservato alle donne Γ¨ quello di essere un contenitore che deve farsi notare per la bella presenza sia fisica che vocale, mentre per tutto ciΓ² che ha a che fare con la creativitΓ , devi dimostrare il doppio per poter essere presa in considerazione.
Questa cosa del "modello", mi fa venire alla mente l'altra cosa che spieghi molto bene nel libro, attraverso la metafora della "strategia Barbie". Il bisogno di approvazione limita la creativitΓ , uscire da questo circolo vizioso, come ha fatto Barbie, significa anche essere piΓΉ originali. Ce la spieghi?
Non me l'aveva mai chiesto nessuno della βstrategia Barbieβ, inizierΓ² a chiamarla cosΓ¬. Questa cosa nasce dalla constatazione che, essendo poche nel mondo della musica e essendo circondate sempre da team maschili, si cerca una sorta di approvazione dall'altra parte. Mi riferisco ad un'approvazione artistica, fisica e di tutto quello che ha a che fare con il proprio progetto artistico, e quindi ovviamente si limita la capacitΓ espressiva dell'artista in questo modo.
Quello che propongo io Γ¨ semplicemente di cercarsi dei team femminili in cui ci si possa sentire a proprio agio, in modo da essere libere di esprimersi su piΓΉ fronti e poter sperimentare, sbagliare e portare avanti la propria arte in modo anche sovversivo e fuori dai canoni. La prima cosa da fare Γ¨ affrancarsi dallo sguardo e dall'orecchio maschile, cercando di fare rete con altre donne, cercando di riconoscersi nell'altra. Ci Γ¨ sempre stato detto che le donne sono le peggiori nemiche delle donne perΓ² in realtΓ facendo rete e cercando noi stesse nello sguardo dell'altra ci si inizia a riconoscere e a conoscere meglio.
Gli scettici del gender gap nella musica sostengono di basarsi solo sulla qualitΓ senza guardare il genere, eppure quando nel 2021 a X Factor hanno tolto le categorie, fra cui c'era quella femminile, la presenza femminile Γ¨ calata al minimo storico (8%) e parliamo di un ambiente di βvedute aperteβ (in teoria). Come si combatte questa logica fallacia di chi dice "mi baso solo sulla qualitΓ non sulle quote rosa"?
Γ vero, Γ¨ molto difficile rispondere perchΓ© si dΓ per scontato che il merito sia una categoria maschile e io parto sempre facendo notare questa cosa: siccome la maggior parte dei lavori di responsabilitΓ e decisionali sono in mano agli uomini, vorrebbe dire che loro sono tutti meritevoli e le donne non lo sono? Ovviamente la risposta Γ¨ βnoβ, e quindi c'Γ¨ da chiedersi perchΓ© lΓ¬ ci sono solo uomini, visto che donne competenti ci sono eccome. In questo modo ribalto la domanda e faccio capire che donne talentuose ci sono, ma alcuni percorsi sono loro preclusi.
Quindi, quando si parla di quote rosa, non Γ¨ che si prende la donna in quanto donna, si vuole solo far capire che c'Γ¨ una carenza di base per cui culturalmente esiste uno status quo che porta a preferire la competenza maschile in molti ambiti di responsabilitΓ .
Marco Mengoni nel suo celebre discorso durante la premiazione di Sanremo 2023 ha definito le partecipanti del festival di quellβanno, che non si erano qualificate sul podio, come "mitologiche". A volte sembra che per compensare una mancanza si debba esagerare nel senso opposto e magari, anche se voleva fare una cosa giusta, si finisce per dare un'immagine comunque sbagliata. Come si acquisisce un atteggiamento equilibrato? Γ solo questione di allenamento?
Siamo tutti immersi in una certa cultura, quindi capita spesso di usare espressioni che sono figlie del sessismo che viviamo quotidianamente. Il fatto di definire le partecipanti a Sanremo come "mitologiche" rende l'idea di quanto siamo considerate creature un po' elevate, quando in realtΓ vogliamo essere esseri umani normalissimi con pari diritti. Γ questo il punto. Il fatto Γ¨ che alle donne viene sempre richiesta maggiore preparazione, una sorta di dovere di eccellenza per poter essere prese in considerazione .
Nel mio lavoro ho molto a che fare con i numeri e con il passare degli anni ho maturato l'idea che con lo stesso numero si possa sostenere una tesi ma anche il suo contrario. I numeri vorrebbero essere neutrali, invece spesso per questa loro presunta neutralitΓ finiscono per appoggiare lo status quo (ne parlava anche
in una recente intervista), nel tuo libro dai sì tanti numeri, ma la cosa più potente forse sono le voci delle cantautrici e delle musiciste a cui dai spazio, le loro emozioni, le loro delusioni. Ti chiedo: sono queste (le emozioni), piuttosto che i numeri, che possono condurci al cortocircuito necessario per uscire da questo loop?Per me era importante avere delle testimonianze più che altro, ho iniziato proprio da lì, prima che dai numeri ho iniziato parlando con le artiste. A volte pensano di essere le uniche a vivere determinate situazioni, però in realtà le loro storie sono quasi sempre sovrapponibili a quelle di altre colleghe, quindi ho cercato di capire che cosa non andasse. Non ho mai avuto la pretesa di oggettività , inizialmente volevo capire la loro percezione, capire cosa sentivano per me era importante, mi hanno colpito tante cose che mi hanno raccontato.
Ad esempio, una cantautrice mi ha detto: "Io ho un figlio ma tendo a nasconderlo perché da quando sono diventata mamma, prima di essere cantautrice, sono sempre mamma. Quindi mi presentano sempre come madre. Cosa che dalla controparte maschile non ho mai sentito." Secondo me le testimonianze sono importantissime, mi chiedono sempre i dati perché sono qualcosa a cui appigliarsi per dimostrare che la questione non è opinabile, però in realtà sarebbe ora di dare valore anche al vissuto emotivo delle persone che ci vivono dentro ad un'industria; cioè se il 99% ti dice che non la vive bene, ha senso prendere in considerazione questo sentire collettivo.
Uno degli strumenti per fare attivismo che suggerisci nel libro Γ¨, ad esempio, boicottare i festival se non c'Γ¨ paritΓ di genere nella line-up. Spiegaci meglio questo concetto e raccontaci altre soluzioni che possiamo mettere in piedi per farci sentire.
Allora, secondo me per prima cosa Γ¨ importante rendersi conto di questo gap, prendere coscienza della situazione e capire che non scegliamo liberamente cosa ascoltare. GiΓ solo un po' di consapevolezza in piΓΉ ci farebbe cambiare prospettiva e ci porterebbe a fare un passo verso la musica delle artiste e delle cantautrici.
E poi tutto quello che ha a che fare con il comunicarlo all'esterno e far notare quando c'Γ¨ la disparitΓ . Molto spesso i festival hanno delle line-up quasi esclusivamente maschili, giΓ il fatto di notarlo Γ¨ un primo passo perchΓ© siamo talmente abituati al fatto che sia cosΓ¬ che non ci viene neanche da notare l'assenza femmile. Da lΓ¬ poi, si fa presente la carenza a chi di dovere e si cerca di portare consapevolezza anche allβesterno. Se tutti e tutte iniziassimo a fare questa piccola cosa sarebbe un grande cambiamento.
Federica, grazie per questi consigli e per quanto di fondamentale hai fatto e stai facendo con il tuo lavoro. Continueremo a seguirti e appoggiare le tue iniziative. A tutti i lettori e le lettrici di Indie Riviera ricordo che possono acquistare il tuo libro musicarpia - guida femminista per una musica sovversiva e collettiva, edito dalla casa editrice Le Plurali o seguirti tramite il tuo profilo Instagram. Un saluto dalla Riviera!